Ai giorni nostri, tre sono le tecniche principalmente utilizzate per il tatuaggio, e prendono il nome di METODO SAMOANO, METODO GIAPPONESE e METODO AMERICANO.
Meno diffuso, ma ancora in voga,anche l’antico METODO THAILANDESE.
METODO SAMOANO
La tecnica samoana è molto dolorosa e in Italia non è praticata (fino a prova contraria, per lo meno).
Il tatuatore si serve di due attrezzi: uno ha l’aspetto di un pettine (da 3 a 20 aghi) ricavato da ossa o conchiglie e attaccato ad un impugnatura di legno, l’altro è il bastone usato per colpire il primo attrezzo.
Il “pettine” viene immerso nel pigmento (ottenuto dalla cenere di particolari piante mescolata con acqua od olio), poi percosso con il bastone per farlo penetrare sottopelle.
Nella pratica rituale il tatuatore può avere diversi assistenti che tengono in tensione la pelle, e a volte l’esecuzione è accompagnata da canti e suono di tamburi.
METODO GIAPPONESE
La tradizionale tecnica giapponese – Tebori – consiste nel fare entrare gli aghi nella pelle obliquamente, con minore violenza ma provocando anche in questo caso un discreto dolore.
Gli strumenti sono rappresentati da elaborate impugnature in bamboo alle quali sono applicati diversi aghi.
Il tatuatore con una mano mantiene in tensione la pelle, tenendo un pennello intriso di colore tra le dita.
L’altra mano fa passare gli aghi attraverso il pennello e servendosi della prima mano come sostegno puntella la pelle.
Anche se in Giappone oggi l’utilizzo delle macchinette elettriche è diffuso, l’inchiostro nero è ancora applicato a mano in molti tattoo shop.
I tatuaggi realizzati con la tecnica tradizionale sono unici e si dice non possano essere riprodotti da alcuna macchinetta.
Il tatuaggio tradizionale giapponese prende il nome di Irezumi.
METODO AMERICANO
La tecnica americana prevede l’utilizzo di una macchinetta elettrica ad aghi che non provoca dolore, ma al più una sensazione di fastidio.
E’ la tecnica che oggi, in Occidente, va per la maggiore, proprio per la caratteristica di essere poco dolorosa (ma non dimentichiamo che in certi luoghi ed in certi tempi la valenza del tatuaggio era strettamente legata all’esperienza del dolore).
La macchinetta da tatuaggio ha la forma di una pistola; con l’aiuto di bobine elettromagnetiche, l’ago viene messo in movimento.
Il principio di funzionamento fu inventato da Thomas Edison nel 1876, ma fu solo nel 1891che Samuel O’Reilly intravide la possibilità di utilizzare tale principio per iniettare inchiostro sottopelle.
METODO THAILANDESE
Molti dei disegni realizzati con l’antica tecnica thailandese, strettamente legata al buddismo, hanno tema religioso, ed erano originariamente indossati e tatuati dai monaci stessi (Sak Yant, il Tatuaggio Magico).
Lo strumento tradizionale è un lugo tubo di ottone, con un’asta appuntita che scorre all’interno. Una volta intrisa nel pigmento la punta, una mano tiene l’estremità del tubo a contatto con la pelle mentre l’altra mano guida l’asta nella sua azione perforante, come una lenta macchina da cucito.
Le linee che si ottengono con questa tecnica sono formate da punti in sequenza, non da un segno continuo.
Lascia una recensione su Google
Condividi la tua esperienza con la nostra squadra di tatuatori e piercer esperti presso Sons of Ink ad Asti. La tua opinione è importante per noi e ci aiuta a migliorare continuamente il nostro servizio.